Il Governo Meloni al lavoro sulla Manovra: meno bonus e più incentivi per famiglie e imprese

Con l’approssimarsi della scadenza del 20 settembre, data entro la quale il governo dovrà inviare a Bruxelles il Piano strutturale di bilancio, Palazzo Chigi è in fermento per definire i dettagli della prossima manovra finanziaria.

Le priorità del governo: taglio delle tasse e sostegno a giovani e famiglie

La premier Giorgia Meloni ha indicato le priorità di questa sessione di bilancio: taglio delle tasse, sostegno ai giovani, alle famiglie e alla natalità, e interventi per favorire le imprese. Considerando le risorse limitate, è probabile che queste aree ricevano la maggior parte dei fondi disponibili.

Taglio del cuneo fiscale e modifica dell’Irpef

Il governo intende confermare due misure centrali già presenti nella scorsa manovra: il taglio del cuneo fiscale per i redditi più bassi e la rimodulazione dell’Irpef, con la riduzione da quattro a tre aliquote. Questi provvedimenti, inizialmente previsti solo per il 2024, potrebbero essere estesi anche al 2025.

Per quanto riguarda l’Irpef, il governo sta valutando la possibilità di abbassare l’aliquota del 35% al 33% per il secondo scaglione di reddito, compreso tra i 28.000 e i 50.000 euro. Si ipotizza inoltre di innalzare il limite della fascia intermedia a 60.000 euro, sopra il quale scatterebbe l’aliquota del 43%. Questo intervento andrebbe a favore soprattutto dei redditi medio-alti.

Un budget limitato per la Legge di Bilancio

Le stime indicano che la prossima Legge di Bilancio avrà un costo complessivo tra i 20 e i 25 miliardi di euro. Tuttavia, le risorse disponibili sono scarse, e le nuove regole del Patto di Stabilità impongono maggiore prudenza nell’uso dei conti pubblici.

Incentivi fiscali per chi ha più figli

Secondo indiscrezioni, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, starebbe valutando di destinare tra i 5 e i 6 miliardi a un piano di incentivi per la natalità. L’obiettivo sarebbe quello di ridurre le tasse per le famiglie con più figli, introducendo una sorta di “quoziente familiare per le detrazioni”. Questa revisione delle detrazioni fiscali favorirebbe i nuclei familiari più numerosi, mentre chi non ha figli potrebbe risultare penalizzato.

Il dossier pensioni e l’ipotesi di uscita a 70 anni per i dipendenti pubblici

Un altro tema delicato è quello delle pensioni. All’interno della maggioranza non c’è ancora un accordo, con Forza Italia che spinge per la rivalutazione delle pensioni minime e la Lega che insiste su Quota 41. L’uscita anticipata a 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età, risulta però troppo onerosa, e i tecnici stanno studiando soluzioni per renderla sostenibile.

Nel frattempo, il ministero della Pubblica Amministrazione starebbe valutando la possibilità di permettere ai dipendenti pubblici di rimanere in servizio fino a 70 anni, su base volontaria, con mansioni di tutoraggio per i nuovi ingressi.

Fine dei bonus a pioggia e gestione oculata delle risorse

Sebbene molte delle ipotesi siano ancora in fase di studio, il governo ha chiarito l’intenzione di porre fine alla stagione dei bonus a pioggia. I leader del centrodestra hanno ribadito in una nota congiunta la volontà di proseguire con una politica di bilancio seria ed equilibrata, confermando quanto di buono è stato fatto e concentrando le risorse disponibili sulle priorità già indicate.

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